Il confronto e gli scontri in atto sul tema della campagna vaccinale per fronteggiare la pandemia da Covid19 fanno ritornare su alcuni scritti del 1989 dell’allora cardinale Joseph Ratzinger. Gli scritti sono stati raccolti dall’editore Jaca Book in un libro intitolato Guardare Cristo. Esercizi di fede, speranza e carità. In questo libro c’è un paragrafo che recita Fede nella vita quotidiana come atteggiamento fondamentale dell’uomo.
Qual è questo “atteggiamento fondamentale” cui Ratzinger richiama? È questa una domanda di somma importanza, per il cardinale poi diventato papa, domanda da cui dipende non soltanto quella che è la fede rivelata ma anche la “fede naturale” che regola la vita quotidiana di ogni uomo.
Nel paragrafo in questione, Ratzinger si domanda se credere può essere un atteggiamento degno di un uomo moderno e maturo. Si pone questa domanda perché evidentemente ciò è ripetutamente messo in discussione, come se il credere riguardi soltanto una vita di fede. In realtà, afferma Ratzinger, «nessuno può realmente sapere e dominare col proprio sapere tutto ciò su cui si fonda la nostra vita». Ciò è particolarmente vero oggi, in un momento storico come quello attuale nel quale l’uomo è immerso nella civiltà della tecnica.
Nel testo, si può leggere inoltre: «moltissime cose – la maggior parte – noi dobbiamo accettarle con fiducia nella “scienza”, tanto più che questa fiducia appare sufficientemente confermata anche per il singolo da un’esperienza comune. Tutti noi usiamo dalla mattina alla sera prodotti della tecnica, i cui fondamenti scientifici ci sono ignoti: la statica del grattacielo chi può calcolarla e accertarsene? Il funzionamento dell’ascensore? Tutto il campo dell’elettricità e dell’elettronica di cui ci serviamo? Oppure (ciò è ancora più grave) l’affidabilità della composizione di una medicina?»
Si arriva così al punto che riguarda i vaccini che con tanta forza vengono messi in dubbio dai cosiddetti non-vax, al punto da rendersi talvolta responsabili di gravi violazioni dell’ordine pubblico. I quali no-vax, biogna dirlo una buona volta, non mettono in discussione soltanto un farmaco o una serie di farmaci, ma un “atteggiamento fondamentale”, come lo chiama Ratzinger. E cioè mettono in dubbio che la realtà nella quale l’uomo contemporaneo è immerso, la civiltà della tecnica appunto, possa essere una realtà positiva. Sia dunque un bene per l’uomo. Ciò è gravissimo, secondo il pensiero del cardinale teologo, perché può condurre alla lunga all’incapacità di affrontare con fiducia la realtà e la stessa vita quotidiana.
Una simile “fede naturale” per Ratzinger, «è indispensabile per la nostra vita. Ciò vale anzitutto semplicemente perché nulla più funzionerebbe; ognuno dovrebbe cominciare da principio». Prima di entrare in un ascensore, per esempio, dovremmo controllare tutti documenti del montacarichi, tutte le schede tecniche, tutte le autorizzazioni, l’esito dei collaudi e dei controlli periodici. Quando sarebbe più semplice fidarci dell’esperienza di altre persone – centinaia, migliaia di persone – che continuamente vediamo entrare nell’ascensore e uscirne sane e salve.
Oggi è fondamentale, per il cardinale, questa fiducia reciproca. «Una società senza fiducia non può vivere. Le parole pronunciate da Tommaso d’Aquino, a dire il vero per un altro piano, valgono anche qui: l’incredulità è essenzialmente contraria alla natura umana».
Vediamo bene, nell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, quanto queste parole siano vere. Vediamo infatti dove porta l’incredulità, quali rischi comporta per la natura umana il venir meno di quella fiducia reciproca che è richiesta nei singoli atti dell’esistenza. Anche nelle più banali operazioni che compiamo, come, per esempio dover accendere una lampadina. Nessuno o pochissimi sono in grado di comprendere la natura dell’elettromagnetismo, ma guardando alle sue applicazioni e all’esperienza che ne è derivata, ogni uomo potrebbe essere fiducioso dei benefici che si ricavano dall’installazione di un impianto elettrico nella propria abitazione. Nonostante la corrente elettrica possa esporre a determinati rischi.
Per Joseph Ratzinger questa “fede di ogni giorno” si fonda su tre elementi: «Si riferisce sempre a qualcuno che “sa”; presuppone la reale cognizione di persone qualificate e degne di fede. Vi si aggiunge, come secondo elemento, la fiducia dei “molti” che nel quotidiano uso delle cose si basano sulla solidità del sapere che sta dietro. E infine, come terzo elemento, si deve nominare una certa verifica del sapere nell’esperienza di ogni giorno. Che la corrente elettrica funzioni correttamente io non lo posso dimostrare scientificamente, ma il quotidiano funzionamento delle mie lampade mi dimostra che io, benché non sia uno che sa, non agisco tuttavia in un “fede” pura, del tutto priva di conferme».
È vero quello che dicono i no-vax, e cioè che nessuno o quasi nessuno sa cosa c’è dentro i vaccini, ma ciascuno può riconoscere “la solidità del sapere” che ci sta dietro, solidità continuamente confermata dalla loro efficacia.
Qualcuno potrebbe continuare a dubitare della positività di tutto ciò. Peccato, perché per nessuna ragione al mondo si dovrebbe rinunciare all’idea che la realtà nella quale viviamo sia qualcosa di positivo e che noi sempre possiamo, anche nei momenti peggiori, ricavare da ogni cosa un bene per la nostra vita.